Botta e risposta con l’allenatore che fornisce una fotografia generale del momento della Clivense.
Mister, qual è il bilancio della stagione arrivati a questo punto?
“Da parte mia il bilancio è assolutamente positivo, innanzitutto siamo primi in classifica in campionato, abbiamo fatto un buon pareggio in coppa, per l’ennesima volta non abbiamo subito gol, creando occasioni e non soffrendo particolarmente. Sono molto contento, ma la soddisfazione più grande è che ci troviamo in questa posizione essendo nati dal niente, non avendo fatto una ricerca di giocatori approfondita, senza avere a disposizione un gruppo che giocava insieme da anni nella stessa categoria. Perciò trovarci lì non può che rendermi felice e orgoglioso, tutto quello che poi c’è stato intorno, l’attenzione nei confronti della squadra a partire dalla nostra tifoseria è qualcosa che fa ancora più piacere”.
Nelle ultime 4 partite siete però incappati in una flessione con 2 pareggi, una sconfitta e una vittoria.
“In realtà è successa una cosa abbastanza normale: non avevamo ancora provato cosa significa andare in difficoltà. Le squadre si formano e crescono soprattutto nei momenti difficili. Quindi per noi è stata una cosa nuova, ci ha aiutati ancora di più a conoscerci e a capire quali sono i nostri limiti. Abbiamo incontrato due squadre che come noi sono forti, abbiamo sofferto ma non parlerei di un calo nell’ultimo periodo. Mi concentrerei di più sul valore degli avversari, perché 3 su 4 erano al nostro livello e tutto sommato i risultati ci potevano stare. Ci sono i periodi in cui le cose girano bene e altri dove si pagano degli errori. Fa parte del processo di crescita, l’importante è lottare sempre in campo”.
Un fattore possono essere i tanti infortuni e la mancanza di una preparazione prestagionale adeguata?
“L’ho già fatta la terza categoria, non è che si facciano delle preparazioni estive come nei professionisti. La cosa che a noi è successa e che mi auguro possa succedere meno nel girone di ritorno è che avevamo un sacco di giocatori che arrivavano da un’inattività di anni. Questo è normale che abbia contribuito ad alcuni infortuni muscolari dovuti alla ripresa degli allenamenti con continuità, non leggeri perché so di chiedere molto durante la settimana, di usare una metodologia molto più simile al professionismo piuttosto che al dilettantismo. Ci vuole un periodo di adattamento, può capitare soprattutto se questo avviene quando si passa da fare footgolf, padel o addirittura con alcuni ragazzi che non praticavano attività sportiva”.
Domenica in coppa contro la Nova Gens cercherete di chiudere l’anno in bellezza?
“Assolutamente sì, non è che faccia tanta distinzione tra campionato e coppa. Cerchiamo di preparare ogni partita per ottenere i tre punti. Vincere è alla base dello sport, credo che anche le altre squadre che ci affrontano giochino per ottenere il massimo del risultato. Ogni partita cerchiamo di vincere, ci è capitato spesso, altre volte no, quindi in quest’ultima partita vogliamo chiudere al meglio. Dopodiché arriva la pausa, utile per staccare un po’ perché comunque è stato un periodo impegnativo sotto tanti punti di vista, con molti ragazzi che venivano da lontano, hanno fatto tanti sacrifici ed è giusto che tornino dalle loro famiglie”.