In esclusiva ai nostri microfoni parla l’attaccante Tommaso Davì, classe ’98, arrivato da Arzignano in provincia di Vicenza.
Ti stai laureando in ingegneria aerospaziale e insegni matematica al liceo. Come riesci a conciliare tutto questo con la passione per il calcio? Cosa ti ha spinto a venire alla Clivense?
“Penso che la cosa più difficile sia rimanere concentrati con la testa in tutte le cose. Bisogna cercare di essere sempre motivati e di spingersi oltre al limite che fissa il tuo corpo. Prima di venire qui non avevo nessuna squadra nel paese dove abito ad Arzignano. Avevo chiesto a più squadre ma tutte erano al completo. Mi sentivo anche un pò affranto, ho comunque 23 anni. Poi ho visto l’annuncio dei provini e mi sono identificato in questo senso di rinascita della Clivense”.
Come avete fatto a creare subito questa alchimia nello spogiatoio?
“Tutt’ora dobbiamo ancora conoscerci bene, però ho notato che si è creata una buona sinergia nel gruppo. Forse per la storia della società, per i tifosi che ci fanno sentire come una squadra unica. Siamo tutti ragazzi umili, vogliono far crescere se stessi ma anche i compagni attorno attraverso consigli reciproci”.
Al debutto avevi trovato la rete, col Corbiolo ci sei andato vicino. Cos’hai provato?
“Sono un pò uno scarparo… Mi sarebbe piaciuto rifare gol perchè io che vengo da piccole realtà sportive non ho mai visto un pubblico così, con questo calore ed energia. Mi dispiace non esserci riuscito, magari per colpa dell’agitazione anche cose semplici non ti riescono. Ti tremano le gambe”.