Su ilposticipo.it l’ex attaccante gialloblu Michele Cossato prende le parti della squadra che l’ha lanciato nel calcio che conta.

Lei ha giocato sia nel Chievo che nel Verona: è legato ad entrambe allo stesso modo?

“Io ringrazierò sempre il Chievo perché mi ha fatto crescere. Sono partito dal settore giovanile e sono arrivato alla prima squadra. Quando il club è stato promosso in C2 ho cominciato a giocare anche io. Poi abbiamo fatto la C1 e tre anni di B con Malesani. Nel 1997 sono stato venduto al Venezia di Zamparini per 5 miliardi di lire, una bella cifra all’epoca. Ringrazio il Chievo per avermi fatto diventare calciatore”.

Lei ha conosciuto la famiglia Campedelli: che tipo è Luca?

“Io ho firmato il mio primo contratto col padre Gigi. Suo figlio Luca è sempre stato di poche parole. Nel mio Chievo non ricordo ritardi nel pagamento degli stipendi, ricordo una società sana. Non so che cosa sia successo perché sono rimasto fuori dal club. Ai miei tempi Luca ha sempre fatto le cose per bene”.

Il Chievo al momento è fuori dalla Serie B: quanto le dispiace?

“Molto perché era una bella realtà. Non so se la favola è finita o andrà avanti. Ho letto che tanti calciatori non hanno voluto giocare in amichevole perché non sanno che cosa succederà. Qualcuno avrà sbagliato. Chievo è un piccolo borgo. Tra il cartello che segna il confine del paesino e il Bentegodi c’è un chilometro in linea d’aria. Chievo è Verona e rappresenta Verona e mi dispiace per quello che sta succedendo”.

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