L’argentino Ruben Botta venne allenato al Chievo da Corini e poi da Maran. Senza però particolare successo.
Estate 2014. Prima sessione di calciomercato gestita interamente da Luca Nember, nuovo direttore sportivo del Chievo dopo la dolorosa separazione con Sartori. Tempo quindi di rinnovamenti, di grandi colpi, altri solo sulla carta.
Arrivano Birsa dal Milan, Izco e Maxi Lopez dal Catania, Gamberini dal Napoli, Bizzarri dal Genoa, Zukanovic dal Genk. E poi tutta un’infornata di prestiti dall’Inter: Bardi, Biraghi, Schelotto e infine Botta.
Ruben Botta mise per la prima volta piede in Italia nell’estate del 2013. Prelevato dal Tigre dopo le giovanili con il Boca, arrivò nell’Inter del post Triplete insieme ad altri due sudamericani, il connazionale Ricky Alvarez e il brasiliano Coutinho. Al primo anno di Serie A Walter Mazzarri in 6 mesi gli concesse in totale appena 11 presenze.
La stagione successiva il passaggio in prestito al Chievo, operazione che ebbe il benestare dell’agente dell’argentino: “Quella veneta è stata la società che complessivamente aveva i migliori requisiti tanto per l’Inter quanto per il giocatore. Una squadra dove Ruben può giocare con continuità dalle 20 alle 30 partite, e dove può essere considerato sul piano professionale”.
Putroppo niente di tutto questo si realizzò. Con Corini 1 sola volta in campo, col subentrante Maran una ventina. L’unica cosa per cui forse Botta verrà ricordato a Verona è l’espulsione rimediata il 15 dicembre contro la sua ex squadra, l’Inter, a 10 minuti dall’ingresso in campo.
A fine anno una toccata e fuga a Milano per prendere le valigie e il ritorno in Sudamerica, al Pachuca, dove è rimasto fino al gennaio 2017. Nell’ottobre scorso ha rimesso piede in Italia, firmando con la Sambenedettese in Serie C.
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foto: larena.it