Analizziamo i pro e i contro della prestazione del reparto difensivo del Chievo nella prima parte di stagione.
Partiamo dal dato di fatto: dopo 15 partite disputate i gialloblu hanno incassato 13 gol, risultando la seconda miglior difesa del campionato (al netto delle 2 partite in meno) dietro al Monza a quota 12.
Un ottimo dato per Semper e compagni, il vero punto di forza della squadra di Aglietti a compensare i numeri non altrettanto positivi dell’attacco sterile. In miglioramento rispetto alla stagione scorsa, quando al giro di boa a fine dicembre il Chievo aveva incassato ben 22 reti.
Merito senza dubbio del lavoro in allenamento a Veronello, ma anche e soprattutto della solidità ritrovata grazie agli innesti nella linea difensiva fatti quest’estate. Mogos sulla destra al posto del seppur ottimo Dickmann rientrato dal prestito alla Spal si sta dimostrando un leader tecnico e fisico: grazie al suo metro e 86 riesce spesso ad avere la meglio corpo a corpo sugli avversari, apprezzabile più in fase di spinta (1 gol e 2 assist), mentre in copertura qualche disattenzione c’è stata.
L’altro acquisto, Gigliotti dal Crotone, si è rivelato ancora più prezioso. Dall’alto delle sue 131 presenze in Serie B ha portato alla retroguardia del Chievo quell’esperienza che mancava, affidabile guida per Leverbe o Rigione che non a caso si alternano al suo fianco. In campo la sua presenza si fa sentire, oltre agli interventi di chiusura, anche per i richiami ai compagni e per la personalità con cui va a colloquio con l’arbitro dopo un fischio contro o a favore.
Semper, messe da parte le voci di mercato, si è riconquistato il posto soffiatogli momentaneamente da Seculin, confermando anche le sue doti da para rigori. Sulla sinistra Renzetti si nota di meno ma gran lavoratore silenzioso che ad ogni partita con il suo mancino pennella una mole inesauribile di cross. Leverbe un pò sottotono rispetto agli standard a cui aveva abituato i tifosi gialloblu nella seconda parte della passata stagione, anche se le sue qualità d’impostazione e palla al piede non si discutono, mentre Rigione quando chiamato in causa si è sempre ben comportato, pericoloso soprattutto di testa sui calci d’angolo.
Nota stonata i rincalzi sulle fasce. Cotali, quando è subentrato a Renzetti, nonostante il buon piede sui traversoni ha lasciato molto a desiderare in fase di marcatura: troppo leggero e acerbo spesso è stato messo in difficoltà dagli avversari. Sull’out di destra invece fortunatamente Mogos non si è mai fermato, sempre in campo in tutte 15 le partite, evitando così di dover chiamare in causa l’alternativa Pavlev, giovane della Primavera, o Bertagnoli adattato terzino.
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foto: salernitana.it